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MEZZADRIA
Sistema di conduzione e di contratto agrario nel quale il proprietario di un terreno (concedente) e il mezzadro, in proprio e quale capo di una famiglia colonica, si associano per la coltivazione di una azienda promiscua (podere) e per l'esercizio delle attività connesse al fine di dividerne (a metà) i prodotti e gli utili. Patti di tipo mezzadrile si diffusero in varie parti d'Europa, a partire dal basso Medioevo, e in Asia orientale. Particolare importanza ebbe in alcune regioni italiane (Toscana, Umbria, Marche, Emilia-Romagna) la mezzadria poderale, a breve termine, che obbligava una famiglia a condurre un podere (complesso di terre con annessa abitazione), a fornire, talvolta, parte delle sementi, e a migliorare il fondo. Il proprietario stabiliva, invece, le colture da farsi e percepiva una quota del prodotto, in genere la metà. Con l'aumento demografico dell'età moderna, le aspiranti famiglie mezzadrili, in concorrenza tra loro, dovettero aumentare le prestazioni e accettare una minore quota del prodotto, spesso insufficiente al fabbisogno. Il conseguente indebitamento indeboliva ancor di più le famiglie dei conduttori, che si trasformarono spesso, di fatto, in salariati del proprietario, ma legate alla terra anche per molte generazioni. L'aumento degli obblighi per i mezzadri consentì invece ai proprietari di accrescere la rendita senza forti investimenti. Ciò contribuì a ostacolare la diffusione del capitalismo agrario nelle zone mezzadrili dove si creò un vero e proprio sistema sociale legato alla mezzadria, con influenza sui comportamenti sociali e politici e perfino sul paesaggio. In Italia la mezzadria fu abolita nel 1964 e trasformata in affitto in denaro.
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